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#ASPETTANDO KRUSO / LA COPERTINA

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#ASPETTANDO KRUSO / LA COPERTINA

Oggi su SenzaZucchero una delle sorprese 2015: #AspettandoKruso.

A maggio 2015, Del Vecchio Editore pubblicherà il romanzo Kruso di Lutz Seiler. In patria, il romanzo ha vinto il prestigioso Deutscher BuchPreis nel 2014.

#AspettandoKruso ogni mese accompagnerà l’attesa dei lettori, raccontandone un aspetto. Oggi a parlare di Kruso è l’Art Director di Del Vecchio Editore, Maurizio Ceccato.

IMMAGINA(RE) UNA FUGA

di Maurizio Ceccato

Nell’attività di chi produce immagini e quindi idee ogni giorno, c’è una ricerca continua ad esporsi e ad esporre il proprio pensiero attraverso delle icone. Non seguendo necessariamente la corrente di un fiume che trascina in un porto sicuro.

Quando, in redazione Pietro Del Vecchio e Paola Del Zoppo mi hanno raccontato questo volume, questa storia, con il loro entusiasmo contagioso, ho provato a immaginare senza aver letto il libro, come il personaggio si fosse trovato, naufrago, perso tra le pagine di questo enorme volume a rintracciare una via di fuga da quest’isola-prigione chiamata Hiddense.

 

Un’amicizia interrotta che funge da molla per adempire alla promessa fatta al compianto Kruso, il personaggio ombra del libro, e compiere un viaggio-fuga attraverso il Mar Baltico. Nell’iconografia comune, ma anche nella letteratura e nel cinema e quindi nelle narrazioni la fuga è un momento di paura e adrenalina che spinge verso un futuro che dell’incertezza è il padrone.

 

 

 

Ho pensato a “Fuga da Alcatraz” di Don Siegel o la serie televisiva “Il prigioniero” mischiati col classico di Daniel Defoe a cui il titolo si ispira e a “Barry Lyndon” di Kubrick dove il “rise and fall” delle vicende umane diviene la colonna portante per raccontare una storia.

 

Le pagine ritrovate di un manoscritto potevano essere l’iconografia adatta per raccontare una storia così complessa. Mi sono documentato su come la casa editrice tedesca avesse affrontato la cover del volume. Il titolo catalizzatore è stato il denominatore comune. Già nel titolo si fantastica di isole, personaggi e naufraghi. Allora meglio affidare al titolo sì, l’intera vicenda iconografica, ma come se fosse esso stesso meta-narrazione archetipica. La rosa dei venti è l’unico elemento riconoscibile che ci guiderà nel viaggio che percorreremo aprendo il libro. Libro che si è consumato nel tempo, tra la salsedine e le mani sporche di cucina dei personaggi. Le pagine sono strappate e attraverso possiamo leggere un numero di pagina e un faro. Per ritrovare assieme al personaggio la propria via di fuga.

 

 

 


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